Ancarani Vini | i Vini Ancarani
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i Vini Ancarani

Sangiovese:

 

“ho un’idea precisa di come debba essere il mio sangiovese”, ed  è talmente chiara nella mia mente che non ammette perplessità. Voglio che il mio Sangiovese sia alla portata di chi desideri bersi un buon bicchiere di vino, senza badare se ciò avviene con gli amici, o un incontro, o per il semplice piacere di accompagnarlo a un buon piatto o alla cena.

Voglio che sia generoso, schietto, genuino, fruttato, sapido, beverino. Voglio che il mio Sangiovese comunichi ciò che è, che non si nasconda, che sia semplice, sincero e senza fronzoli; che piaccia per quel che vale ed aiuti chi lo beve ad aprirsi agli altri magari divenendo loro amico e trascorrendo in loro compagnia un buon convivio.

Albana:

 

L’albana è la prima DOCG di vino bianco d’Italia. La nostra interpretazione di Albana prevede più passaggi di vendemmia, il primo dei quali per far iniziare la fermentazione spontanea, l’ultimo per raccogliere le uve più mature.

La nostra albana deve rimanere secca, nonostante la maturazione delle uve. L’affinamento di questo vino avviene in botti di cemento, perchè necessita di 1 anno per essere fermo, dopodichè di altri 6-7 mesi in bottiglia.

L’albana è un vino importante e può pertanto essere abbinato a cibi importanti.

Centesimino:

 

Nelle colline di Faenza biodiversità si declina in “Centesimino”, vitigno autoctono riscoperto, coltivato e sapientemente trasformato in ottimo vino da un ristrettissimo nucleo di produttori (otto in tutto).

L’azienda Ancarani è non solo felice, ma anche orgogliosa di essere una di queste realtà; il “Centesimino” è una ricchezza per tutto il territorio e uno dei punti di forza per il rilancio viniviticolo dell’intera area romagnola.

Proprio da questo vitigno, otteniamo questo vino che per tanto tempo è stato noto come “Savignôn Rosso”… Savignôn, non Sauvignon.

La più vecchia etichetta rintracciata riferibile a vino prodotto da uve Centesimino è di metà degli anni ’60 e riporta l’indicazione “SAUVIGNON – vino rosso di Faenza”.

Sembra che i vigneti di Savignôn Rosso messi a dimora nei pressi di Oriolo a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70, derivassero da impianti precedenti, a loro volta derivati da materiale preso dal podere Terbato, di proprietà del signor Pietro Pianori, detto Centesimino. Alcune fonti riportano che le marze utilizzate per allestire l’impianto del podere Terbato derivassero da una pianta presente in un giardino all’interno delle mura di Faenza.

gli altri vini autoctoni:

 

Coltiviamo i vigneti delle colline faentine ad alta vocazione in prossimità della rocca di Oriolo, sito storico fortificato risalente al 1457, tra i più antichi d’Italia.

Totale è il rispetto delle varietà autoctone conservate nelle antiche vigne di famiglia e rinnovate negli impianti di nuova concezione.

Sangiovese, Albana, Centesimino, Famoso, sono alcune delle varietà autoctone coltivate nel rispetto della tradizione.

gli ‘Innominabili’ 🙂:

 

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gli ‘invendibili’ 🙂:

 

Questi vini rappresentano la nostra libertà e ci teniamo a versarli e raccontarli personalmente, per questo li trovate unicamente qui in cantina, oppure ve li spediamo a casa. (Oriolo, Anforisma rosso e Anforisma bianco, A Delmo). Contattateci per eseguire un ordine diretto.

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